Forse non tutti sanno che … a San Pier d’Isonzo…

Forse non tutti sanno che … a San Pier d’Isonzo…

Fin dai secoli del Medioevo il suo territorio era decisamente multietnico. La villa di San Pietro era, con San Canzian d’Isonzo e con la Marcelliana a Monfalcone, una delle tre pievi più importanti di tutto il Monfalconese. Le prime attestazioni del toponimo risalgono al Duecento … in villa S. Pietri de ultra Lusontium … San Pietro oltre Isonzo, appellativo che serviva a distinguere il villaggio da altri vicini (es. San Pietro al Natisone, San Pietro di Gorizia, ecc.).
L’antico borgo era abitato in parte da Sloveni. Molte, infatti, sono le attestazioni onomastiche quattrocentesche (Michael Babaz, Bratusinum, Mathei Cossuta, Cotian, Jancolinus, Jurj Jscuben, ecc…), e i toponimi presenti nella documentazione medievale e moderna (ad esempio gabarizza = boschetto di carpini, comilizza, valleschizza).
La seconda componente etnica era rappresentata dai contadini di dialetto ladino. Numerosi anche in questo caso sia le attestazioni onomastiche del XV secolo (Benedictus dictus Coza, Malfarin, Ellaro Moltono, Pilin, Michaele Scuffulino, Vidonus de Sancto Petro), che i toponimi (baiarz = cortile di casa rustica o prato recintato attiguo alla casa, fauria = bottega del fabbro, fong = fungo, grave pelose = territorio ghiaioso cespugliato, lial = radura o leale, San Zanut = piccolo San Giovanni).
Dal tardo Medioevo il borgo è suddiviso in diversi nuclei abitati (forse a causa della presenza delle acque dell’Isonzo): un primo denominato Farus, sito presso un’ansa del fiume dove anticamente era presente una chiesa distrutta dalle sue acque impetuose, un secondo denominato baiarzo, ovvero “borgo”, e un terzo chiamato centa a testimoniare l’antica cinta muraria che circondava la chiesa del villaggio.
Desirée Dreos