EGITTO. Una bambola speciale.

EGITTO. Una bambola speciale.

Questo insolito oggetto riproduce una figura femminile estremamente stilizzata realizzata in legno a forma di pagaia, da cui il nomignolo di “bambola a pagaia”. Ha la testa in fango modellata grossolanamente, con perline al posto degli occhi. La folta chioma, dagli egizi associata alla seduzione, è realizzata con fili in cui sono infilate perline di fango. Il corpo, dalle braccia appena accennate e senza gambe, è decorato con una veste colorata che lascia visibili il pube.
Gli studiosi non sono ancora concordi su quale fosse la funzione di queste rare “bambole”. In passato vennero definite giocattoli, ma l’accentuazione dei caratteri sessuali lo rende poco probabile. Vennero anche definite “concubine del defunto” ma la loro presenza in sepolture femminili ha smentito anche questa ipotesi. Se si escludono quelle la cui origine non è nota, la maggior parte è stata ritrovata nella zona tebana, in contesti che vanno dalla fine dell’Antico Regno alla XIII dinastia (2323 – 1650 a.C. circa).
Molte provengono dalla necropoli dell’Asasif, accanto all’anfiteatro di Deir el Bahari in cui si pensava risiedesse la dea Hathor. Per questo si ritiene che esse rappresentassero uno speciale gruppo di danzatrici sacre alla dea chiamate Khener, il cui compito era quello di “rivitalizzare” i defunti, in particolare il re. Le immagini delle danzatrici, attestate nello stesso intervallo di tempo, mostrano una somiglianza con le bambole per gli abiti e i tatuaggi. La loro forma ricorda anche il contrappeso della collana Menat, sacra alla dea.
Quello che sembra certo è che esse, data l’accentuazione sulle parti del corpo connesse alla procreazione, rappresentassero un simbolo di fertilità e, quindi, di rinascita. Una chiara allusione all’originaria dea madre ed alla stessa Hathor.
Non un giocattolo dunque bensì un ulteriore aiuto magico al defunto per una rinascita dopo la morte e la conquista della vita eterna.
Marina Celegon