Forse non tutti sanno che … a Monfalcone.
Risalgono al 1456 i primi statuti della città. Le norme non hanno una suddivisione sistematica, ma si susseguono una dietro l’altra a raccontare la vita quotidiana della cittadina in epoca tardo medievale, mescolando insieme norme di diritto pubblico, di diritto privato, di diritto penale, regole di polizia urbana, regole per i contratti e norme in materia commerciale ed economica. Dalla lettura dei vari articoli scopriamo diverse cose interessanti.
La reclusione in carcere era poco frequente, molto più comuni erano le pene pecuniarie oppure la messa alla berlina. Chi si macchiava di furto poteva essere condannato alla bullatio (= marchiatura sulla fronte), oppure alla fustigazione. Veniva fustigato anche chi veniva sorpreso a danneggiare alberi e viti altrui. Reati più gravi, per esempio il furto aggravato, potevano prevedere il bando a vita.
Per i mentitori e i falsari veniva prevista la pubblica proclamazione di spergiuro e frode. Pene anche contro i bestemmiatori, contro chi lavorava nei giorni festivi e per chi era sorpreso ad organizzare il gioco del lotto.
Pene più severe per chi utilizzava pesi e misure falsati, per chi alterava i prezzi. Chi vendeva carne senza aver prima marchiato gli animali vivi subiva la perdita della carne e la berlina. Venivano multati i forestieri che pascolano il loro bestiame sul territorio comunale, le così dette comugne, mentre i pescatori che vendevano pesce per strada al di fuori dei mercati cittadini erano soggetti a pene corporali.
Desirée Dreos