Forse non tutti sanno che … a Staranzano…
Fin dall’antichità il litorale altoadriatico era caratterizzato dalla forte presenza delle acque, sia dolci che salmastre. L’area dell’odierno comune di Staranzano si distingueva per la presenza di numerosi corsi d’acqua, zone di risorgiva e mulini.
Questa presenza così forte si ritrova anche nei numerosi toponimi che, ancora oggi, ricordano un paesaggio molto diverso da quello che vediamo quotidianamente transitando per quei luoghi. Ad esempio, la località Marcelliana (sita nell’area sud-ovest di Monfalcone), deriva il suo nome dall’etimo slavo moc o mocilo = luogo acquitrinoso (non per nulla in quel sito si venerava la famosa Madonna della palude). Così anche Bistrigna (piccolo borgo di case che si incontra sulla strada statale che da Monfalcone transita per Staranzano e porta a Grado) lega il suo nome al termine latino pistrinum = macina, mulino.
È un territorio, fin dall’antichità, prettamente rurale, perennemente in lotta con le feroci mareggiate da sud e le acque alluvionali portate dal fiume Isonzo. Una terra abitata in modo stanziale fin dal tempo dei Romani. Qui l’uomo all’inizio sceglie di costruire dei semplici casoni collocati nei punti in cui il terreno si alza al di sopra del piano di campagna. Sono costruzioni molto semplici, in muratura con il tetto di canne palustri, nella quale vivono famiglie dedite alla pesca e all’agricoltura.
Ma di lì a poco le cose cominceranno a cambiare.
Desirée Dreos