MAI FERMARSI ALLE APPARENZE

MAI FERMARSI ALLE APPARENZE

La collezione egizia di Napoli si formò all’inizio dell’Ottocento e, molti reperti provengono dalla collezione privata dei Borgia, com’è il caso della c.d. “Dama di Napoli”, il reperto più antico dell’intera collezione. Per la lunga gonna venne a lungo definita una “Dama”, anche se non particolarmente attraente. In realtà la statua rappresenta un funzionario della III dinastia (circa 2700-2630 a.C.), seduto su un seggio cubico. Sono tipicamente maschili tanto la parrucca a casco che la lunga gonna fermata in vita. E’ questo l’abbigliamento tipico dei funzionari dell’Antico regno.
apparenzeLa testa dell’uomo posa su un corto collo, egli ha un viso piuttosto largo e lineamenti profondamente incisi, elementi tutti che indicano si tratti di un ritratto. L’intera statua si presenta alquanto compatta e fa parte di un piccolo gruppo, composto da solo una ventina di sculture, definite “arcaiche”, con cui condivide materiale e modalità di rappresentazione. Siamo all’inizio della scultura tridimensionale su grande dimensione, e gli scultori, che stanno ancora prendendo graduale confidenza con il nuovo materiale, si rivelano prudenti nello scolpire le parti naturalmente sporgenti dal corpo.
Si ritiene che la “Dama” provenga da Saqqara e da un periodo vicino a quello della costruzione della piramide a gradoni di re Zoser. Originariamente era probabilmente collocata all’interno del serdab della tomba del suo sconosciuto proprietario. Purtroppo non vi sono certezze, dato che nessuna statua di questo periodo è stata rinvenuta in situ e solo alcune presentano brevi iscrizioni parzialmente illuminanti.
Quale che sia la sua origine, se la “Dama di Napoli” ci può dare un messaggio, a distanza di 4700 anni dalla sua realizzazione, è sicuramente questo: “Mai fermarsi alle apparenze”.
Marina Celegon