Tutto il mondo era paese.
Nell’epoca predinastica dell’Antico Egitto non vigevano ancora le rigide regole che nei periodi successivi caratterizzarono la rappresentazione della figura umana. Per cui grande è la varietà delle statuine emerse dalle necropoli, come è il caso di questa figurina femminile oggi a Torino.
Essa rappresenta una figura femminile seduta molto stilizzata. La testa ricorda un po’ quella di un uccello, le braccia sono appena accennate e le gambe non hanno piedi. Il seno non è particolarmente prosperoso mentre lo sono i fianchi.
Si ritiene che statuine come questa venissero sepolte per far “compagnia” nell’aldilà agli uomini, e perciò sono chiamate anche concubine del defunto.
Di particolare questa statuina, che risale al periodo Naqada II (3700-3300 a.C.), presenta diversi tatuaggi sul corpo.
Il clima arido della valle del Nilo ha permesso un’ampia conservazione dei tessuti molli e di corpi naturalmente mummificati risalenti allo stesso periodo.
Due corpi ritrovati recentemente a Ieracompoli, uno di un uomo ed uno di una donna, hanno rivelato la presenza di tatuaggi con figure simili a quelle che si trovano sui vasi dipinti del periodo. I due sono vissuti, più o meno contemporaneamente ad Ötzi, la cui mummia conservata dai ghiacci delle Alpi tirolesi ha rivelato anch’essa la presenza di tatuaggi geometrici.
Come dire … per i tatuaggi … “tutto il mondo era paese”.
Marina Celegon