FURIOSA COME SEKHMET E PACIFICA COME BASTET. Simbolismo e potere felino nell’antico Egitto, di Marina Celegon.

FURIOSA COME SEKHMET E PACIFICA COME BASTET. Simbolismo e potere felino nell’antico Egitto, di Marina Celegon.

Fin dalle origini è percepibile la notevole attenzione rivolta dagli antichi egizi per l’ambiente che li circondava e per gli animali che lo abitavano. Tra questi i grandi felini, il leone, il leopardo e il ghepardo vennero temuti, cacciati e adorati. Di essi gli egizi ammiravano la forza e l’astuzia nella caccia, la socialità e la cura della prole, rispecchiati nelle numerose divinità feline, come la feroce dea leonessa Sekhmet.
Ai grandi felini si affiancavano i più piccoli gatti selvatici che, dal Medio regno vennero accolti nelle case degli egiziani. La loro abilità nel cacciare i dannosi topi e i pericolosi serpenti li fece benvolere in una società prevalentemente agricola come quella egiziana. Alcune dee, già note come feroci leonesse, si trasformarono così in dee gatte, come Bastet, che presenta nella sua forma di gatta un aspetto più dolce e confidente di quello della sua antica forma leonina.
Le divinità feline sono protagoniste dei grandi miti associati alla creazione e sono presenti nei testi sacri e funerari a difesa del sovrano e delle altre divinità. Ma a loro si rivolgeva anche la gente comune con preghiere e offerte, tra cui le statuine in bronzo e le mummie di gatti che ci sono pervenute in gran numero. Gatti e leoni sono protagonisti di racconti moraleggianti ma anche di immagini umoristiche in una sorta di mondo alla rovescia. Il rispetto e l’amore per i felini, grandi e piccoli che fossero, si percepisce infine dai numerosi oggetti che li ritraggono e che vennero utilizzati dagli antichi abitanti della Valle del Nilo.

Conferenza online del 13 giugno 2020, in collaborazione con UNIVOCA Torino nell’ambito del progetto “Agorà del Sapere”.

Vedi: https://youtu.be/dN8ZXr2RnrQ